183 LOGEMENTS, Parigi / Christian Hauvette & DATA Architects

La residenza Irène Joliot Curie è stata costruita proprio nel cuore del quartiere della Maison Blanche ed è il primo edificio completato del primo eco-quartier di Parigi -ZAC de RUNGIS. Queste 182 residenze ecologiche rispondono al problema di fornire alloggi a ricercatori e studenti proprio nel centro della città -13° arrondissement.

Sviluppato da ESPACIL HABITAT e progettato dall’architetto Christian Hauvette (oggi Baumschlager Eberle Hauvette) in collaborazione con DATA Architects, questo complesso è stato inaugurato giovedì 6 settembre 2012. La Residenza Irene Joliot Curie è composta da 182 monolocali che sono già attrezzati e arredato. L’alloggio è suddiviso in due diverse sezioni con accesso ad aree collettive condivise. Le residenze studentesche misurano 19 mq (82 unità) e quelle dei ricercatori (100 unità), leggermente più grandi, 25 mq. Il piano terra comprenderà presto due grandi unità commerciali che si apriranno su una piazza e su via Brillât Savarin, contribuendo ad animare questo innovativo eco-quartiere.

Architettonicamente parlando, la difficoltà di questo tipo di programma sta ovviamente nell’accumulo di cellule identiche, che si potrebbe chiamare la “sindrome dell’alveare”.
Storicamente, il tessuto urbano parigino è stato caratterizzato dai suoi ‘ilots’, con i loro profondi cortili interni verticali che fornivano luce e ventilazione agli edifici. Tuttavia, questa soluzione è stata respinta dalle norme edilizie sviluppate sotto gli auspici del movimento per l’igiene entrato in vigore all’inizio del XX secolo. La «lastra» di 12 metri con aspetto a 45 gradi è diventata l’archetipo della Parigi del XX secolo. Questo edificio cerca di aggiornare questo modello precedente rendendolo compatibile con le esigenze tecno-ecologiche del 21° secolo.

Il primo pensiero è stato quello di realizzare un edificio compatto non troppo distante dall’idea della semplicità geometrica degli edifici circostanti, arricchendolo allo stesso tempo di un’energica espressione costruttiva utilizzando materiali e tecniche moderne. Questa scelta ha favorito anche un uso ottimale del suolo, assicurando un accesso fluido attraverso le strade R3 e P1 e l’impianto della massa edificata, conforme alle prescrizioni architettoniche stabilite dall’urbanista Bruno Fortier. La forma poligonale dell’edificio, che avvolge un patio centrale verde, è contraddistinta da uno «spessore» alla base su cui si apre la circolazione orizzontale. Le sue facciate vetrate con vetro riflettente consentono alla luce di penetrare direttamente nel cuore dell’edificio.

Uno degli obiettivi di questo progetto è quello di far entrare luce naturale e aria fresca (in estate) negli spazi di circolazione orizzontale, grazie alle aperture opportunamente distribuite. La vegetazione piantata nelle fioriere sospese cadrà presto a cascata.

L’edificio ha una «sezione» orizzontale. Ai lati del «blocco» centrale che costituisce la sala – uno spazio sociale – il piano terra della residenza è costituito da altri due corpi distinti: sul lato nord, che dà sulla piazza e su via Brillat-Savarin, si trovano due negozi al dettaglio, sul lato sud, un altro blocco ospita le diverse strutture tecniche. Tra questi blocchi ci sono parcheggi per biciclette.

I piani superiori sono posti sopra questi tre blocchi che costituiscono il piano terra. Sono suddivisi in due «strati» programmatici sovrapposti: i primi tre piani sono dedicati alle stanze dei ricercatori, gli ultimi tre piani sono destinati ad alloggi per studenti oltre ad ospitare alcune delle strutture comuni. Questa spaccatura dell’edificio è accentuata da un leggero spostamento di questi «cassetti» tra loro, di circa sessanta centimetri. Sul piano strutturale, questo spostamento è facilitato dai solai che trasferiscono gli oneri. La facciata in cemento è isolata dall’esterno, i solai sono sostenuti da pareti a taglio perpendicolari alla facciata, con un passo di 3,60 m per i tre piani inferiori e un passo di 5,9 m per i tre piani superiori (un taglio ogni due stanze) .

La residenza presenta alla città una facciata liscia e profonda, scandita dal ritmo di belle finestre alte, almeno due per stanza. I telai e le aperture sono completamente mascherati da una pelle esterna in alluminio anodizzato dorato che accentua la pulizia delle perforazioni della facciata. La pianta esterna, un velo trasparente di lamiere grecate in acciaio inox, interrompe la regolarità delle facciate donando una sensazione di leggerezza e profondità giocando con le variazioni di luce e colore degli immediati dintorni.
Estendendo il tema geometrico, due scanalature interrompono la superficie del ‘cassetto’ superiore, per creare due terrazze ad uso collettivo. Le due tacche formate nel volume dell’edificio portano ciascuna un tetto verde.

La scelta di costruire un edificio compatto ottimizza il funzionamento termico efficiente. Le spesse mura immagazzinano il calore di giorno e lo rilasciano di notte. I livelli di isolamento dell’edificio possono ottenere una riduzione dei consumi energetici corrispondente a circa il 30% rispetto alla regolazione termica. La realizzazione di oltre 160 mq di pannelli solari termici come copertura partecipa alla produzione di acqua calda. L’acqua piovana raccolta dai tetti viene stoccata in una cisterna ad uso sanitario o per l’irrigazione dei giardini.

L’edificio è certificato BBC, etichetta H&E con un profilo A, soddisfa le aspettative di sostenibilità stabilite nel Piano di protezione del clima per la città di Parigi e fornisce un contributo significativo allo sviluppo futuro di questo primo Eco-quartier della città.

Dettagli del progetto:
Località: Parigi, Francia
Tipo: Housing –
Area residenziale: 15 cm800 m²
Architetti: Christian Hauvette, Baumschlager Eberle
Architetto locale: DATA
Team: Léonard Lassagne, Colin Reynier.
Consulenti: Malishev-Wilson, Icofluides, Cabinet Lemonnier

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